A parte l’amara constatazione che
quanto di stupido accade nelle metropoli prima o poi accade nella piccola
provincia spesso poco originale e in ritardo, non ci si può astenere da qualche
ironico commento su quanto accaduto a Pordenone
sabato, quando il centro
è stato animato dalle sfilate davanti ai negozi di alcune giovani studentesse
liceali e universitarie poi finite
in posa nelle vetrine.
L’obiettivo
sperato era di animare la città per
far decollare il commercio in un momento delicato, il risultato certo è stato
l’ennesimo attacco all’intelligenza collettiva tramite l’immagine femminile.
Non è questione di moralismo o
buon gusto, infatti, ma di intelligenza.
E’ possibile che si pensi ancora
una volta di poter risolvere la crisi economica usando il corpo delle donne
come richiamo d’attenzione e desiderio, come giocattolo per la sessualità
immaginata o agita, o come attaccapanni?
Almeno nel passato la
strumentalizzazione delle grazie femminili era relegata alla sfera del privato
o dell’illegalità. Oggi invece pubblicamente si chiamano con orgoglio
studentesse non a studiare i fattori significativi della crisi attuale, non a
progettare un futuro migliore per sé e per la società tutta, non a specializzarsi
in percorsi scientifici, tecnologici o economici che consentano di innovare le
strategie della produzione e della vendita dei beni e dei servizi (anche della
moda): devono, invece, continuare il gioco delle belle statuine, dei quadri
viventi, della merce proibita.
E oltre a questo l’inganno
dell’adulazione della loro bellezza (purché, immaginiamo, adeguata agli
standard della produzione in serie) con il fine vero di farle diventare, non
già buone professioniste della moda, ma acquirenti dei prodotti che oggi si
fatica a vendere, compreso qualche intervento plastico per poter comparire in
qualche altra vetrina una prossima volta.
Si depotenzia il servizio scolastico, non si
riconosce più il valore di titoli e ricerche, ma si riempiono le vetrine di
corpi vivi con l’intelligenza altrove: così costruiamo i nuovi curricula per
rendere concorrenziali le nostre giovani nella guerra mondiale per il lavoro.
Auguri ragazze!
Prima edizione di “Fashion Day”, nata dai commercianti associati nella città di Pordenone,