giovedì 28 febbraio 2013

Il parlamento più giovane della storia e un deputato su tre è una donna

Il parlamento più giovane della storia
e un deputato su tre è una donna

Il ritratto delle nuove Camera e Senato fatto da Coldiretti. L'età media è di 48 anni (45 a Montecitorio, 53 a Palazzo Madama), grazie soprattutto ai grillini. Per quanto riguarda la presenza femminile, sale del 11%. Qui la parte del leone la fa il Pd, con il 40% di donne

ROMA - Età media: 48 anni. Donne: 31%. Eccoli, i due numeri che descrivono il nuovo parlamento italiano. Quello più giovane e con maggiore presenza femminile della storia repubblicana. A fare i conti anagrafici in tasca ai nuovi deputati e senatori è stata la Coldiretti, che racconta il volto nuovo delle istituzioni.

Età. I deputati eletti avranno una età media di 45 anni e i senatori di 53 anni. Il che significa un consistente ringiovanimento rispetto alla scorsa legislatura in cui  l'età media dei deputati era di 54 anni (9 anni di differenza) mentre quella dei senatori di 57 anni (4 anni di differenza).

Il gruppo parlamentare con l'età media più bassa è di gran lunga il Movimento 5 Stelle, con 37 anni (33 alla Camera e 46 al Senato), davanti a Lega Nord con 45 anni (42 alla Camera e 48 al Senato), al Partito Democratico (Pd) con 49 (47 alla Camera e 54 al Senato), a Sinistra ecologia e libertà (Sel) con 47 anni (46 alla Camera e 50 al Senato), al raggruppamento Lista Monti-Udc-Fli con 55 anni (55 anni alla Camera e 56 anni al Senato) e al Popolo della Libertà (Pdl) con 54 anni (50 alla Camera e 57 al Senato).

Donne. Rafforzata la presenza femminile che nella legislatura conclusa era pari al 21% alla Camera e al 19% al Senato: nel nuovo Parlamento saranno il 32% alla Camera e il 30% al Senato.

Tra i partiti maggiori il più alto numero di donne si trova nelle liste del Pd, con il 41%, che precede Movimento Cinque Stelle al 38%, Pdl e Lista Monti-Udc entrambi al 22%, Sel al 20%, Lega Nord al 14% e Pdl, con il 25,8%.

Ed è una donna anche la più giovane candidata al Parlamento: Marta Grande 25 anni, che ha conquistato un posto alla Camera sotto le insegne del Movimento Cinque Stelle nel Lazio mentre il candidato più anziano, Sergio Zavoli (89 anni) è stato eletto nelle liste del Pd al Senato in Campania. 

Una sfida generazionale. "Al di là dei diversi schieramenti e delle ipotesi di alleanze, il nuovo Parlamento rappresenta soprattutto una sfida generazionale per i tanti giovani che per la prima volta arrivano in Parlamento per svolgere importanti funzionali istituzionali dalle quali dipende il futuro del Paese" ha detto il presidente della Coldiretti Sergio Marini, sottolineando che "in loro si ripongono le speranze di cambiamento in un Paese come l'Italia che ha la classe dirigente più vecchia in Europa con una età media di 59 anni, con punte di 67 anni per i banchieri, di 63 per i professori universitari e di 61 per i dirigenti delle partecipate statali".
(27 febbraio 2013)

sabato 16 febbraio 2013

non fermatevi.

Ora avete visto. All’alba del 14 febbraio 2013 le prime a danzare contro la violenza sono state le donne in Papua Nuova Guinea. Assieme al sole, la danza ha attraversato l’Australia, l’Asia, l’Africa, l’Europa e le Americhe. Avete visto in video le ragazze di Kolkata, Vandana Shiva e Kamla Bhasin sul palco a Nuova Delhi, le bambine in Ecuador, le ballerine di Singapore, la straordinaria manifestazione nelle Filippine. Avete visto Eve Ensler in Congo. Avete visto Luciana Litizzetto a Sanremo e forse persino me e le mie amiche e le mie nipotine in Campo S. Geremia a Venezia. Sapete che le Nazioni Unite e il Dalai Lama hanno aderito. Migranti, lavoratrici domestiche, infermiere, medici, stelle del cinema e dello sport, primi ministri, politici, sindacalisti… tutte/i hanno detto “La violenza finisce ora” sulle note di “Break the chain”.
Ora avete visto, e l’anno di lavoro di One Billion Rising, di Eve Ensler e del suo staff, di chiunque abbia organizzato, scritto, ballato in qualsiasi angolo del pianeta, ha dato il più completo e meraviglioso dei frutti: è la più grande azione mondiale contro la violenza di genere di tutti i tempi, un’azione che ha attraversato confini geografici e culturali toccando come un’onda irresistibile 202 nazioni.
obr india
Ora avete visto. Siete andate in strada a ballare. Non avevate paura. Non avevate vergogna. La vostra bellezza mi ha accecato di lacrime di gioia dovunque vi abbia guardate, chiunque voi foste: donne del Sudan, ragazze della Nuova Zelanda, la nonna che ballava al mio fianco con la nipotina di un anno in braccio. Il vostro mondo è cambiato. Non fermatevi. Da domani è il momento di rilanciare.
Negli Usa, il movimento che si è creato attorno a One Billion Rising sta chiedendo sia di nuovo autorizzata la legge sulla violenza contro le donne. In Gran Bretagna, la parlamentare Stella Creasy ha introdotto per la discussione una legge per l’educazione sessuale e l’ha chiamata “One Billion Rising Act”. Nelle Filippine, le sindacaliste che hanno partecipato alla sollevazione globale hanno chiamato in causa la violenza economica contro le donne, ricordando che le scelte economiche neo-liberiste globali stanno costringendo donne sostenitrici primarie delle loro famiglie a scegliere fra la la loro salute e il benessere dei loro figli.
Non fermatevi. Dobbiamo ottenere che il nostro paese onori tutti gli impegni che ha preso in sede internazionale sulla violenza di genere. Dobbiamo ottenere che le raccomandazioni della speciale inviata delle Nazioni Unite Manjoo sulla violenza contro le donne in Italia siano seguite. Dobbiamo ottenere educazione al genere e ai diritti umani nelle scuole (di ogni ordine e grado, come si dice in linguaggio burocratico). Dobbiamo ottenere formazione al genere per magistrati, personale sanitario, forze dell’ordine. Dobbiamo ottenere un codice di condotta per i media che contrasti la violenza contro le donne anziché favorirla, scusarla, riderci sopra. Dobbiamo ottenere riconoscimento ufficiale per tutte le donne che sino ad ora hanno lavorato contro la violenza, quelle che hanno aperto case e rifugi, che hanno attivato linee telefoniche, che hanno accolto e curato e studiato per anni, che sono le vere esperte della situazione italiana: dobbiamo ottenere finanziamenti per le strutture che queste donne hanno costruito e mantenuto funzionanti.
Non fermatevi. Non fermiamoci. La sollevazione è appena cominciata e l’8 marzo non è lontano. Maria G. Di Rienzo

mercoledì 13 febbraio 2013

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE



un miliardo di donne "sperimenta"la violenza nella sua esistenza; contro questo abominio,
un miliardo di persone balla per dire basta; e questa è una rivoluzione!
balliamo insieme al gruppo DNA la coreogragia di "Break the chain" (puoi imparare i passi)
sentiamo e vediamo il gruppo teatrale per capire perchè alzarsi e manifestare contro l'atrocità di 1 miliardo didonne e bambine violate nel mondo
il nostro codice: indossa qualcosa di rosso, alzati con il braccioe l'indice tesi verso il cielo, balla e canta Break the Chain, SPEZZA LA CATENA, di STOP ALLA VIOLENZA

http://www.facebook.com/events/213505322107824/

LEA MELANDRI A PORDENONE