sabato 31 maggio 2014

Superato un tabù: le donne votano le donne. Ora tutto può cambiare




 di Francesca Izzo

Le europee del 25 maggio erano il primo appuntamento elettorale dove si sarebbe misurato, con le preferenze, l'effettivo consenso popolare all'ingresso paritario delle donne nella politica e nelle istituzioni. Finora la democrazia paritaria era stata richiesta da movimenti , come Snoq, e condivisa dai dirigenti di alcuni partiti nella formazione delle liste bloccate, come nelle passate elezioni politiche. Mancava però la sanzione della volontà popolare. E l'abbiamo avuta, fragorosamente simbolizzata dal record assoluto di preferenze conquistato da Simona Bonafé che ha sbaragliato sul campo signori storici della raccolta di voti. Simbolo non di una vittoria solitaria ma di una affermazione femminile diffusa. Questo successo è stato possibile perché le donne hanno dato fiducia alle donne. Si incrinato un circolo vizioso da cui è sembrato per decenni molto difficile uscire: se le donne non le votano, alle donne che si mettono in gioco in politica manca la base vera di autonomia, sono facile preda della cooptazione e della strumentalizzazione, non riescono a incarnare , a dare voce, anche volendolo, alla diversità di mondi, esperienze, passioni ed idee, diventano come gli uomini . Allora, se è così, le altre donne non le votano: preferiscono cioè gli originali alle copie. Questo circolo si è interrotto. Ora tocca a loro, a queste giovani e meno giovani donne, legittimate da grande consenso e fiducia, fare la differenza in Italia e in Europa.
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